FAQ – Malattie della Retina

Sono diabetico e mi hanno parlato di edema maculare. Come trattarlo?

Nella retinopatia diabetica, l’edema maculare è una complicanza discretamente frequente che, per un non perfetto controllo della glicemia, fa soffrire il tessuto retinico in maniera importante. L’alterazione della superfice specie a livello della macula fa produrre sul piano retinico un’immagine deformata e irregolare.
I trattamenti proposti variano da leggeri spot laser a una terapia medica per collirio e anche per bocca, fino alla iniezione endovitreale di prodotti a base di cortisone.

Come si fa la diagnosi di edema maculare diabetico?

L’OCT è ormai lo strumento indispensabile per la corretta diagnosi delle malattie vitreo retiniche. L’edema maculare fa parte di queste. L’esame non è invasivo, è rapido e di facile ed intuitiva lettura.

Mi hanno parlato di iniezioni intravitreali per ridurre l’edema. Va bene?

Sì, se l’edema è infiammatorio o dismetabolico, poiché il trattamento con prodotti al cortisone o dispenser di cortisone a lungo termine o anche farmaci anti VEGF producono effetti benefici per il tessuto retinico. Se l’edema è, invece, trattivo la soluzione chirurgica sarà, nel tempo, la più indicata.

Mi hanno prescritto un collirio a base di FANS per il trattamento dell’edema maculare. Mi farà bene?

Ottimo suggerimento, poiché i colliri a base di farmaci antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS, hanno un effetto benefico sulla evoluzione della malattia.

Mi hanno parlato di vitrectomia per rimuovere l’edema maculare di cui soffro. Cos’è?

La vitrectomia via pars plana è la tecnica chirurgica adoperata per risolvere l’edema maculare trattivo. È un intervento di microchirurgia che però viene effettuato con alti margini di successo se correttamente eseguito e con le attrezzature idonee, piccoli strumenti sottili come un ago da insulina.

L’oculista mi ha diagnosticato una retinopatia. Che vuol dire?

Teoricamente l’affermazione è troppo generica, ma l’oculista intende dire che la retina non è perfettamente sana ed adeguata all’età del paziente.

In effetti ogni retinopatia ha bisogno di una precisazione come diabetica, ipertensiva… che relazionano lo stato della retina alla malattia generale di cui il paziente è affetto.

Sono iperteso e il cardiologo mi ha chiesto un fondo dell’occhio. Perchè?

L’osservazione della retina anche attraverso sistemi fotografici computerizzati consente di vedere come un tessuto viene nutrito dai suoi vasi venosi, arteriosi e capillari. Quindi l’oculista può valutare come normali e non le strutture circolatorie della retina (che vede vivere e lavorare) dal vivo.

Se la malattia ipertensiva riesce a produrre alterazioni della circolazione retinica visibili e documentabili dall’oculista, per similitudine, anche la circolazione del cuore, le famose coronarie, avranno alterazioni simili.

Qualche volta le implicazioni sono anche del micro circolo cerebrale.

Soffro di malattie renali ed ho l’azotemia alta. Perchè vedo peggio?

Questa malattia, con le sue conseguenze metaboliche produce alterazioni funzionali, a seguito delle lesioni che si manifestano nel tessuto retinico. In particolare si formano emorragie ed essudati che alterano la struttura retinica, riducendone purtroppo la funzionalità. Per questo diminuisce la vista in maniera spesso non recuperabile.

Il centro antidiabetico mi chiede un esame della retina una volta l’anno. Perchè?

La malattia diabetica è una patologia dei capillari piccoli di tutto il nostro corpo. Quindi anche della retina.

La gravità ed intensità delle alterazioni dovute al diabete possono aiutare a capire la gravità di questa malattia per ciascun paziente.

Non sempre quando vado dall’oculista mi mettono le gocce per visitare la retina, ma l’oculista mi dice che il mio fondo dell’occhio è normale. Come ha fatto?

Generalmente la dilatazione della pupilla consente una buona esplorazione del fondo oculare. Da alcuni anni sono stati realizzati dei sistemi cosiddetti panoramici che consentono di visitare la retina anche a pupilla stretta. Si tratta di semplici lenti di alto valore positivo che, tenute in mano dall’oculista, gli consentono di vedere bene (in forte ingrandimento) la retina nei suoi dettagli.

Ho il glaucoma, ma l’oculista insiste per guardare anche il fondo dell’occhio. Perchè? Avrò una retinopatia da glaucoma?

Non esiste una retinopatia da glaucoma, ma l’oculista vuole osservare e valutare lo “stato di benessere” del nervo ottico, chiamato anche papilla. Da questo esame si ricavano importanti informazioni sul decorso della malattia glaucomatosa.

A che età si manifesta la malattia di Stargardt?

In età giovanile si possono notare i primi sintomi.

Come si manifesta la malattia di Stargardt?

Fotofobia, lacrimazione, disagio in ambienti luminosi, difficoltà a vedere i particolari.

Ci sono delle terapie efficaci per bloccare o ritardare la malattia di Stargardt?

Terapie che influenzino in maniera significativa la malattia non ce ne sono, per la sua origine genetica.
Alcuni studi sembrerebbero trovare in molecole semplici, come lo zafferano, dei coadiuvanti terapeutici.

La malattia di Stargardt porta alla cecità?

No, ma sicuramente porta a ipovisione.

A che punto è la ricerca per la malattia di Stargardt?

Vari studi sono in corso, pur con i limiti di una malattia genetica.

Come vede un paziente colpito dalla malattia di Stargardt?

Con una grande macchia scura al centro del suo campo visivo.

A che età si manifesta il Retinoblastoma?

È il più comune tumore retinico dell’età pediatrica.

Si può prevenire il Retinoblastoma?

No, perché ha una base genetica.

I bambini con Retinoblastoma possono avere una vita normale?

Sì, se si potrà eseguire un trattamento conservativo.

Qual è la percentuale di guarigione per un bambino con Retinoblastoma?

Piuttosto buona se il caso è a localizzazione monolaterale e trattato in via conservativa.

Il Retinoblastoma colpisce più i bambini maschi o le femmine?

Non ci sono differenze significative.

Il Retinoblastoma può colpire una persona adulta?

Praticamente no.

La vista del bambino con Retinoblastoma può essere salvata?

Sì, se il tumore ha una localizzazione periferica e viene trattato con sufficiente precocità.

[a cura di: Dr. Vittorio Picardo – EyesON]

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