Sport invernali: in valigia casco con visiera e lacrime artificiali

Le indicazioni del Prof. Bernardo Billi, Fondazione G.B. Bietti

 

Vacanze sulla neve: per chi le sceglie in valigia non possono mancare gli scii, i doposcì, le tute, ma accanto a questi oggetti anche le lacrime artificiali, caschi magari di ultima generazione, provvisti di schermi in forma di visiere o con spazi su cui inserire gli occhiali che possono limitare l’azione nociva degli agenti esterni, e gli occhiali stessi, meglio se con filtro specchiati/polarizzati.

Così, oltre a praticare sport, si proteggeranno gli occhi da neve, vento e raggi UV.

EyesON ha realizzato un approfondimento sul tema, rivolgendo alcune domande al Prof. Bernardo Billi, IRCCS Fondazione G.B. Bietti di Roma.

I caschi utilizzati per praticare gli sport invernali sono utili anche per proteggere gli occhi?

Da qualche anno l’uso del casco sta diventando sempre più parte integrante del corredo degli sciatori. Infatti, questi ultimi, oltre a proteggere da urti e cadute costituiscono uno schermo anche per gli occhi. Gli ultimi modelli sono provvisti di schermi in forma di visiere o contenenti appositi spazi su cui inserire gli occhiali che possono limitare l’azione nociva degli agenti esterni: neve, vento, raggi UV.

Come proteggersi dal sole e come difendersi dai raggi UVA mentre si praticano gli sport invernali come lo sci?

Le radiazioni solari e in particolare i raggi UV sono radiazioni non visibili, proprio per questo particolarmente dannosi per il nostro organismo. Oltre alle ben note lesioni cutanee, sono evidenti danni oculari soprattutto nelle ore centrali della giornata. Tali danni sono costantemente presenti in alta quota in quanto la neve e il ghiaccio provocano un elevato indice di riflessione dei raggi solari, determinando irritazioni su ogni superficie oculare (cornea, cristallino ed anche retina). Secondo un ordine anatomico potremmo descrivere gli effetti patologici a partire da congiuntiva e cornea: subiscono processi irritativi sotto forma di congiuntiviti e cheratopatie superficiali. Il cristallino subisce una progressiva opacizzazione con conseguente sviluppo di una cataratta. La retina subisce fenomeni edematosi localizzati nella porzione centrale della macula con grave danno dei fotorecettori. Tutto questo naturalmente per chi si espone per lunghi periodi di tempo e in maniera continuativa.

Può dare ai nostri lettori qualche consiglio utile per la cura degli occhi da tenere sempre a mente quando si praticano gli sport invernali?

L’ambiente montano nel quale è presente una marcata diminuzione dell’ossigeno e diffusa secchezza dell’aria sono costantemente presenti stimoli irritativi a livello oculare. Per evitare tali problematiche è necessario utilizzare lacrime artificiali in forma di gocce o gel, la cui composizione chimica contiene: acqua, carboidrati, lipidi, elettroliti e proteine. Particolare attenzione va attribuita ai soggetti allergici che possono risultare meno sensibili alle semplici lacrime e pertanto vanno trattati con colliri antistaminici capaci di ridurre la flogosi e ridurre la sintomatologia notata dallo sciatore. Infine, si potrà far uso di antibiotici ad ampio spettro solo nei casi più gravi affetti da cheratopatie superficiali.

Esistono occhiali da sole o filtri particolarmente idonei a proteggere i nostri occhi sui campi da sci?

Risulta necessaria una attenta scelta degli occhiali capaci di costituire un filtro protettivo dei raggi UV. Va sottolineato come i filtri azzurro blu sono da evitare perché non arrestano le radiazioni blu-viola, diventando particolarmente dannosi per il cristallino e la macula; i filtri grigio marrone assicurano un ottimo assorbimento delle radiazioni in una percentuale dell’85%, ma soprattutto non alterano la percezione dei colori e sono indicate nelle giornate soleggiate. Infine, i filtri specchiati/polarizzati risultano i più protettivi, i più usati in alta quota perché permettono una ottima visione e minimi disturbi di abbagliamento.

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