Integratori e cibi amici della vista, regole d’oro e falsi miti

Le indicazioni del Prof. Gianluca Scuderi, Professore Associato di Oftalmologia presso “Sapienza” Università di Roma

Carote e mirtilli: questi cibi fanno davvero bene alla nostra vista come si crede?
Va considerato che, se un fondo di verità c’è sempre nelle credenze popolari, vi è un problema di quantità: se ne dovrebbe assumere un quantitativo davvero eccessivo per ottenere degli effetti.
E che dire della dieta mediterranea? Si conferma la migliore al mondo e fonte di longevità.
Per integratori alimentari e simili l’utilizzo va ponderato. La regola d’oro da tenere a mente è che con una dieta sana e bilanciata e assenza di fattori di rischio o malattie concomitanti non vi è nessuna necessità di utilizzare nutraceutici, che in qualche modo rappresentano un’evoluzione di questi prodotti, in quanto non solo aiutano a integrare, ma rivestono un ruolo di prevenzione e cura in specifiche condizioni.

La ricerca, soprattutto negli ultimi 20 anni e nel campo della vista, è stata molto fiorente. Si sono susseguiti studi a ritmo esponenziale su tutte le patologie oculari, dall’occhio secco, al glaucoma, dalla retinopatia diabetica alla degenerazione maculare senile. Occorre però, in questo campo, tenere presente anche che veicolare il concetto di prodotti “naturali” può generare la falsa percezione di un prodotto sicuro e privo di effetti collaterali. Non è così: i nutraceutici possono avere anche effetti collaterali specie in condizioni particolari, occhio quindi all’etichetta.

Tutti i dettagli nell’intervista a Gianluca Scuderi, Professore Associato di Oftalmologia Facoltà di Medicina e Psicologia “Sapienza” Università di Roma.

Gli Integratori alimentari sostituiscono le vitamine degli alimenti?
No, sono concetti diversi. Generalmente si definiscono “integratori” quelle sostanze perlopiù di origine naturale, che servono per integrare, appunto, una dieta povera di quegli specifici nutrienti. Gli integratori hanno visto la loro nascita negli Stati Uniti quando, intorno agli anni ’60, iniziarono a vedersi negli scaffali dei supermercati i primi integratori alimentari, perlopiù multivitaminici atti ad integrare una dieta (quella americana) spesso povera di frutta e verdura. Oggi il termine integratore è sempre più sostituito dal termine Nutraceutico, dove si intende una o più sostanze che non hanno più il solo scopo di integrare ma rivestono un ruolo di prevenzione e cura in specifiche condizioni.

Esistono integratori specifici per le diverse malattie oculari?
Negli ultimi vent’anni il numero di studi e ricerche scientifiche sull’utilizzo dei nutraceutici in campo Oftalmologico si sono susseguiti a ritmo esponenziale, per patologie oculari che vanno dal dry-eye al glaucoma, dalla retinopatia diabetica alla degenerazione maculare senile. In particolare gli studi AREDS 1 e 2 hanno identificato un cocktail di sostanze che rappresentano il gold standard nella prevenzione della degenerazione maculare senile (DMS).

Un uso eccessivo e non controllato di integratori porta a conseguenze negative?
Purtroppo il concetto di prodotti “naturali” genera nel consumatore una falsa percezione di prodotto sicuro e privo di effetti collaterali. Non è così!
I nutraceutici possono avere anche effetti secondari specie in condizioni particolari. Un esempio per tutti, pensiamo al ginkgo biloba, pianta fantastica dalle molteplici capacità curative, in pazienti fortemente scoagulati per terapie concomitanti andrebbe evitato perché può favorire il sanguinamento spontaneo.

Gli integratori si possono prendere a tutte le età?
In linea puramente teorica sì, ma se si ha una dieta sana e bilanciata e non vi sono fattori di rischio o malattie concomitanti non vi è nessuna necessità di utilizzare nutraceutici. La nostra dieta mediterranea è una delle migliori al mondo e i nostri nonni ultracentenari che vivono in alcune aree geografiche della Sicilia o della Sardegna ne sono la prova migliore.

Esistono allergie agli integratori?
Assolutamente sì. Quando si assume un integratore alimentare è bene fare attenzione a tutti gli ingredienti del prodotto scelto, soprattutto se si soffre di particolari allergie. Le persone che soffrono di allergie alimentari devono verificare il contenuto di ogni singolo integratore utilizzato, anche per quanto riguarda gli eccipienti. Per i celiaci il problema è duplice, perché alcune compresse possono contenere farine con glutine, o anche sciroppi di zucchero derivato da semi che hanno del glutine. L’etichetta in questi casi è importante: se è vaga o poco chiara meglio rinunciare ad assumere il prodotto.

Dagli integratori all’alimentazione: esistono cibi che più di altri favoriscono il mantenimento di una buona vista o è solo un falso mito? Ad esempio una delle credenze più diffuse è relativa alle carote…
Le carote certamente. Ma anche i mirtilli. Per decenni si è parlato delle proprietà di questi frutti rossi per la salvaguardia dei nostri occhi. Diciamo che dietro ogni credenza popolare c’è un fondo di verità: nelle carote c’è la vitamina c e il beta-carotene, così come i mirtilli sono ricchissimi in antocianine. In realtà il quantitativo che dovremmo mangiare di questi alimenti per ottenere un effetto terapeutico sarebbe improponibile.

A prescindere dai singoli cibi, è valida comunque la considerazione secondo cui mangiare bene aiuta anche dal punto di vista di una migliore visione?
Assolutamente sì. Una dieta ricca di junk food (cibo spazzatura) aumenta la presenza di radicali liberi e di fenomeni ossidativi che sono alla base delle principali malattie degenerative. Di contro stili di vita sani, attività fisica e dieta ricca in sostanze antiossidanti hanno un effetto benefico su tutto il nostro organismo occhi compresi.

Occhi e alimentazione dei bambini: quali sono i consigli dell’oculista?
Limitare cibi e bevande ricche in zuccheri, educare fin da piccoli ad una dieta variata farà di loro degli adulti più consapevoli e attenti alle buone abitudini alimentari. Non eccedere con l’uso di smartphone e tablet e cercare quanto più possibile di spingere i bambini ad attività all’aria aperta. Sembrano semplici consigli di buon senso che oggi, però, sono supportati da evidenze e studi pubblicati su importanti riviste scientifiche internazionali.

 

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