Una nuova opzione diagnostica per l’uveite

Testata a Bonn tecnologia italiana

 

Si stima che dal 5 al 10% della cecità nel mondo sia causato da una malattia infiammatoria dell’occhio, l’uveite. L’uveite posteriore, in particolare, è spesso associata a una grave progressione della malattia e alla necessità di una terapia immunosoppressiva. I ricercatori dell’Università di Bonn, in Germania, in uno studio i cui risultati sono pubblicati su Nature – Scientific Reports, hanno testato una nuova opzione diagnostica, che aiuta anche a rendere più personalizzata la terapia: l’autofluorescenza del fondo codificata a colori come metodo di supporto.
Un’azienda italiana ha fornito ai ricercatori il dispositivo.

Il dispositivo e lo studio tedesco

Questo processo comporta l’illuminazione della retina con una luce bluastra. La retina assorbe la luce e la emette nuovamente a una diversa lunghezza d’onda. Il dispositivo misura questa fluorescenza e divide i segnali in una componente verde e una rossa.

“Il rapporto verde-rosso della luce emessa da ciascun focolaio infiammatorio – spiega Maximilian Wintergerst, uno degli autori dello studio – dipende, tra gli altri fattori, dall’esatto sottotipo di uveite posteriore coinvolto”. I ricercatori hanno esaminato gli occhi di 45 partecipanti allo studio. In tutti è stato diagnosticato in anticipo il sottotipo esatto di uveite. Poiché i diversi sottotipi della patologia richiedono spesso un approccio terapeutico diverso, una diagnosi affidabile per gli esperti è importante.

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