La retinopatia del prematuro, cos’è e come si interviene

Focus su una malattia che riguarda i piccoli nati prima di 30 settimane e con basso peso

 

Meno di 30 settimane di età gestazionale e un peso che non supera il chilo e mezzo: i piccoli nati prematuri, così fragili, possono essere a rischio anche di una patologia chiamata retinopatia del prematuro (Rop), per questo motivo vengono sottoposti a screening oculistico, mediante oftalmoscopio indiretto, nelle unità di terapia intensiva neonatale (Tin).

La peculiarità di questa patologia è l’arresto dello sviluppo dei vasi della retina dovuta all’incompleta vascolarizzazione al momento della nascita. La vascolarizzazione retinica infatti si completa negli ultimi mesi di gravidanza.

A fare il punto sulla patologia è la Dott.ssa Elena Piozzi, Vicepresidente del Gruppo di studio sulla Retinopatia del pretermine (Gruppo ROP). “L’arresto di sviluppo dei casi retinici – spiega Piozzi – provoca ischemia del tessuto nobile, cioè la retina che, a sua volta, induce la produzione di fattori endoteliali di crescita denominati VEGF, promotori  della formazione di neovasi anomali, che si formano in maniera errata e disordinata, creando emorragie e modifiche della morfologia della retina fino al distacco della retina stessa con gravi conseguenze e danni visivi fino alla cecità”.

Le cure per la ROP

Ma come si cura questa malattia? Solo nei casi in cui viene raggiunto uno stadio definito “soglia” si procede al trattamento, in alcuni casi infatti può regredire spontaneamente.
“I trattamenti oggi più usati – aggiunge l’esperta – sono la fotocoagulazione Laser e più recentemente le iniezioni intravitreali di farmaci denominati anti-VEGF – gli stessi utilizzati nel trattamento delle maculopatie (ndr) – allo scopo di interrompere la produzione di questi fattori VEGF e la conseguente formazione di neovasi anomali”.
Una volta dimesso, il bimbo va comunque seguito. “È molto importante seguire i neonati dopo la dimissione dall’ospedale, per valutare l’esito del trattamento e il conseguente sviluppo della funzione visiva, mediante controlli programmati secondo un calendario stabilito dallo specialista curante” – aggiunge la Dott.ssa Piozzi. “I bambini, nati prematuri, devono essere valutati per la possibilità di sviluppo di strabismo, di miopia o di altri difetti refrattivi e va sempre controllata la retina per evidenziare il buon proseguimento del trattamento”.

I centri dedicati esistono, ma cure accessibili in tutte le Tin

“Esistono Centri particolarmente dediti alla cura della Retinopatia del prematuro – prosegue Piozzi – ma tutte le Terapie intensive neonatali (Tin) hanno l’oculista di riferimento, esperto in tale patologia per effettuare lo screening iniziale secondo indicazioni note e condivise”.
“Il Gruppo Italiano Studio Rop, costituito nel 1983 e formato da oculisti e neonatologi esperti in tale patologia, ha il compito di elaborare le Raccomandazioni sulle modalità e timing dello screening, sulle scelte terapeutiche e sul follow-up, con un continuo aggiornamento secondo le indicazioni della letteratura internazionale”.

Il Congresso a Milano

“Il Congresso – spiega Piozzi – organizzato a Milano dal Gruppo Italiano Studio Rop, insieme al Gruppo Organi di Senso, affiliato alla Società italiana di neonatologia (Sin) vede riuniti esperti nazionali ed internazionali per un aggiornamento sulla retinopatia.
L’obiettivo comune è l’aggiornamento sui principali aspetti della patologia anche alla luce degli Studi Internazionali effettuati negli ultimi anni.
Si parlerà di novità in tema di assistenza neonatologica ed oculistica.
In  particolare sarà affrontato il tema della Revisione della Classificazione Internazionale, importante per la diagnosi condivisa e corretta della patologia, le nuove metodiche diagnostiche, le innovazioni terapeutiche e la necessità di un follow-up dedicato in base al trattamento effettuato”.

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