La live surgery dietro le quinte

– di Mario Sbordone, Direttore di Oculistica dell’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (NA)

Parma, giugno 2021, cena di gala per l’edizione annuale del Congresso SIGLA: a fine serata vidi avanzare verso di me il Presidente Stefano Gandolfi e l’amico di sempre Lucio Zeppa, che mi presero sotto braccio e mi comunicarono il loro desiderio di affidarmi l’organizzazione e l’ospitalità della Live Surgery per l’edizione 2022, che si sarebbe tenuta a Napoli dal 16 al 18 giugno.

Era una splendida lusinga, ringraziai e diventai rosso per l’emozione, e senza esitare accettai all’istante, ricevendo poche, ma importanti indicazioni: sarebbero stati quattro interventi che avrebbero interpretato la filtrante anteriore e posteriore con spirito di innovazione, adoperando device di ultima e penultima generazione, introdotti da relazioni affidate a nomi che da anni guidano scuole universitarie e ospedaliere di grande prestigio in ambito glaucoma, ed eseguiti con dovizia di argomentazioni live da 4 chirurghi di più recente formazione, pienamente coinvolti nello sviluppo di queste tecniche: si parlava di Michele Figus, Angelo Balestrazzi, Gian Luca Laffi e del sottoscritto.

Smaltita l’euforia, però, arrivarono subito mille interrogativi: è vero, ho organizzato tante live surgery sulla Faco, l’anno scorso anche sul glaucoma per un evento regionale, ma qui è diverso: qui si “parrà la mia nobilitate” di fronte ad una platea nazionale, con un confronto generazionale molto impegnativo e con dei contenuti tecnico-organizzativi di alto livello (dalla trasmissione via satellite alle indicazioni dei singoli pazienti a ciascun device).

Riuscirò ad essere all’altezza del compito che mi è stato affidato?
Qualche notte insonne mi portò dei buoni consigli e piano piano cominciai a dipanare il bandolo della matassa sulle diverse criticità.

  • Le tempistiche: i candidati a chirurgia del glaucoma purtroppo non possono essere reclutati troppo tempo prima dell’intervento, pena naturalmente un progredire del loro danno campimetrico, quindi col mio staff fu deciso che avremmo iniziato la scelta dei pazienti partendo da quelli giunti alla nostra osservazione non prima di febbraio 2022, così da far passare il minor tempo possibile tra la selezione e la chirurgia. Fu deciso anche di non candidare per il 17 giugno pazienti che avrebbero dovuto prolungare eccessivamente o addirittura incrementare il carico di colliri in attesa dell’intervento, operandoli ovviamente prima di quella data.
  • La selezione: sappiamo tutti che le filtranti con impianto di device vengono eseguite con maggior serenità su pazienti pseudofachici, e fu questa un’altra importante indicazione ad eseguire su qualche buon candidato fachico con opacità del cristallino, una FACO IOL entro la metà del mese di maggio. Andavano poi scartati pazienti con angolo camerulare di apertura insufficiente. Ancora, andavano attentamente esaminate le condizioni della congiuntiva, danneggiata spesso dalle terapie locali: i tessuti più malandati costituivano criteri di esclusione dal reclutamento mentre per i casi di OSD di grado medio, si stabilì di apportare opportune modifiche alla terapia ipotonizzante ove possibile (spesso sostituendo colliri con acetazolamide per os o eseguendo SLT) e migliorare comunque lo stato della superficie oculare con antinfiammatori e lubrificanti in collirio e/o termoterapie del bordo palpebrale ove necessario, sperando alla fine di poter includere quel paziente negli eleggibili alla chirurgia. E ancora, non bisognava trascurare il fatto che i vari dispositivi che avremmo impiantato hanno precise indicazioni e vanno dedicati ciascuno di essi a casi ben individuati di gravità del danno, nel senso che non avremmo mai potuto impiantare uno XEN ad un caso di glaucoma secondario da PDMS, tanto per intenderci.
  • La psicologia del paziente (e dei familiari): sappiamo perfettamente che, se un paziente si rivolge al reparto diretto da te che sei persona di dimostrata competenza in chirurgia del glaucoma, non accetterà facilmente di essere affidato alle cure di un estraneo.
    Chi come me ha già organizzato sedute di live surgery, sa di certo che questo è uno dei momenti più complicati della cascata organizzativa.
    Ma quando si tratta di chirurgia del glaucoma, dove non si promette alcun recupero funzionale, dove non si riesce mai a far capire esaurientemente al paziente finalità e tecnica chirurgica (specie coi devices), dove la cattiva informazione fornita dai media e da specialisti non chirurghi ha inculcato nei pazienti una grande paura per questo tipo di interventi… ebbene comunicare alla fine al nostro paziente (che hai dovuto convincere con lentezza e fatica) che non sarai tu ad eseguire il suo intervento, può costare la fine del rapporto fiduciario tra te e lui.
    Si stabilì quindi coi miei collaboratori che tutti i pazienti reclutati come possibili candidati, avrebbero dovuto sottoporsi ad un approfondito colloquio col sottoscritto alla presenza dei loro familiari, incontro finalizzato soprattutto ad illustrare ampiamente le autorevoli figure professionali dei chirurghi che sarebbero intervenuti e delle loro competenze di eccellenza nello specifico settore. Questo approccio si sarebbe poi perfezionato nel momento in cui il chirurgo affidatario si sarebbe presentato al paziente per l’esame della cartella clinica ed il passaggio alla lampada a fessura, naturalmente in mia presenza.

Tutto quello che vi ho raccontato finora sulla selezione e preparazione dei casi chirurgici potrà farvi capire per quale motivo, dal primo febbraio 2022 sulla mia scrivania saranno passate un centinaio di cartelle cliniche, ma i pazienti idonei al reclutamento dedicato al nostro evento sono rimaste alla fine soltanto 6, quattro operati in diretta e due cosiddetti “riserve”, quei pazienti che cioè potevano essere chiamati per sostituire un paziente che non si fosse presentato per un qualunque tipo di problema, e che sarebbero stati operati poi nel pomeriggio lontano dai riflettori del palcoscenico congressuale.

E già, perché non dobbiamo dimenticare che di questi tempi gravava sulla nostra organizzazione un’ombra molto fosca: il Covid!
Quanti di noi nel corso di questi ultimi due anni hanno dovuto cancellare dalle liste operatorie quei pazienti che 24-48 ore prima si sottoponevano al tampone obbligatorio e risultavano positivi?
Vi confesso che il mio più grande terrore è stato questo, e mi sono tranquillizzato soltanto quando i nostri quattro pazienti sono entrati in sala operatoria con la vena incannulata.

In ultimo vorrei parlarvi degli imprevisti, purtroppo inevitabili.

La ditta a cui fu commissionata la trasmissione via satellite degli interventi dal complesso operatorio alla sala congressi, correttamente eseguì un sopralluogo tecnico un paio di mesi prima e prese accordi col settore tecnologico della mia ASL per ottenere tutti i permessi e predisporre tutta la tecnologia necessaria.

Purtroppo, soltanto il giorno prima accadde che dopo aver selezionato in zona Cesarini come “migliore possibile per la trasmissione” un’area dell’ospedale purtroppo cantierata dove far sostare il furgone con la parabola satellitare, ci costrinse ad un incredibile tour de force per ottenere quest’ultimo permesso (il più problematico) e per ottenere alle ore 18 del giovedì un cavo di alimentazione con un amperaggio non standard, ma indispensabile per il funzionamento della parabola.

E in ultimo, l’imprevisto “mea culpa”: mi era sfuggito il fatto che il sabato mattina alle 9, cioè il giorno successivo alla chirurgia, il programma prevedeva la presentazione dei casi come arrivavano al controllo del giorno dopo.

Quando l’insostituibile Vittorio Picardo a fine serata mi chiese: come ti sei organizzato per trasmettere il resoconto dei controlli di domani? io caddi dalle nuvole e dalla sedia.

Ma, grazie ai miei meravigliosi collaboratori, l’indomani mattina alle otto in punto medicammo, fotografammo e preparammo in tutta fretta un power point con le immagini e i commenti per ogni paziente, slide che inviammo per tempo alla preziosa segreteria scientifica di Jaka Congressi ed il problema fu risolto con soddisfazione dei presenti in aula.

Insomma, cosa dire in conclusione?
Sicuramente un grazie al Presidente e al Direttivo SIGLA che hanno voluto mettermi alla prova, credo, con risultati positivi, a giudicare dai complimenti affettuosi e sinceri che mi hanno rivolto, e grazie soprattutto perché attraverso questa prova hanno implementato la mia crescita professionale e umana, crescita che, si sa, non dovrebbe mai fermarsi.

Grazie ad una organizzazione tecnica e scientifica all’altezza degli eventi congressuali più importanti che possano apparire in cartellone.

Grazie al mio splendido staff, che non ha smesso mai di appoggiare il mio entusiasmo, tutti all’altezza della situazione e tutti sempre assai pazienti nei confronti del loro insopportabile BOSS e a tutto il personale del complesso operatorio, non ultimi i colleghi anestesisti.

Grazie agli uffici di Direzione Ospedaliera, l’ufficio Tecnico e quello di Tecnologie Informatiche sempre disponibili a collaborare per la realizzazione di un evento che ha messo in focus il nostro ospedale e la nostra ASL.

Grazie ai Colleghi chirurghi ed amici, Angelo, Michele e Gianluca, con cui si è consolidata ancora di più un’antica amicizia e grazie a Vittorio Picardo che, nel coordinare come nessun altro saprebbe fare il lavoro chirurgico coi commenti e le domande dall’auditorium, non manca mai di metterti a disposizione la sua esperienza ed i suoi preziosi suggerimenti.

Insomma: che fatica, cari colleghi… ma quante soddisfazioni!

Mario Sbordone

Direttore di Oculistica dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (NA)

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