Il glaucoma e le analogie con l’Alzheimer, una spinta per lo studio di nuove terapie

Il Professor Maurizio Uva (Università di Catania) sottolinea l’importanza della diagnosi precoce

 

Diagnosi precoce. È questa la chiave principale per contrastare il glaucoma, per guadagnare spazio su questa malattia degenerativa irreversibile che colpisce l’occhio.

Una malattia che più precisamente, spiega il Professor Maurizio Uva, professore associato di Malattie apparato visivo all’ Università di Catania, “colpisce strutture anatomiche che abbiamo dalla nascita e che non si rinnovano, cioè le fibre del nervo ottico”.

“Per questo è fondamentale la prevenzione – prosegue l’esperto – con una diagnosi tardiva tutto quello che è perso, rimane perso. Cioè se si è verificato un danno al nostro campo visivo, questo non si potrà riparare”.

In occasione, il primo ottobre, della Giornata internazionale delle persone anziane, Uva si sofferma sulle connessioni tra il glaucoma e un’altra patologia degenerativa legata all’età, la malattia di Alzheimer. Le analogie esistono e sono anche una spinta verso possibili nuove terapie da affiancare alla riduzione della pressione oculare.

Il glaucoma primario ad angolo aperto o cronico semplice – rileva infatti Uva – viene oggi spesso paragonato all’Alzheimer e ad altre malattie neuro-degenerative, perché si è notato che, pur correggendo il principale fattore di rischio, cioè la pressione oculare aumentata, in alcuni casi si può osservare comunque una progressiva perdita della funzione visiva. Questa non è solo una interessante ipotesi di lavoro o una teoria, ma sono state riscontrate anche significative analogie anatomo- e fisio-patologiche. Sulla base di queste si stanno provando nuovi indirizzi terapeutici da affiancare alla riduzione della pressione oculare”.

Il messaggio lanciato da Uva, inoltre, è che se è vero che il glaucoma è malattia degenerativa irreversibile, ci sono cure a disposizione per rallentare e in alcuni casi bloccare la patologia e anche nuove soluzioni chirurgiche. “Con i colliri, nello specifico con farmaci ipotonizzanti sottoforma di colliri – conclude il Professor Uva – in molti casi è possibile rallentare o bloccare la malattia, specialmente se è stata fatta una diagnosi tempestiva, cioè precoce. Un ruolo importante è svolto anche dalla cosiddetta para-chirurgia laser come la SLT cioè la trabeculoplastica laser selettiva. Anche la chirurgia ha nuove soluzioni. Da una parte l’ottimizzazione nel tempo dell’intervento gold-standard cioè la trabeculectomia, molto più efficace e sicura rispetto all’idea originale, dall’altra nuove modalità chirurgiche meno invasive e più facili da eseguire che potrebbero portare ad una anticipazione e ad un allargamento delle indicazioni chirurgiche anche in Centri con livello di specializzazione intermedio”.

Spread the love

dovresti vedere

Trapianti di cornea, con pandemia calo di donatori e interventi

“Donare ed avere fiducia nel trapianto quando è necessario”: le indicazioni del Prof. Leonardo Mastropasqua, Presidente della Società Italiana Trapianto di Cornea e Superficie Oculare