Imaging retinico Widefield e Ultra-Widefield

L’articolo prende spunto dal crescente interesse che sta suscitando l’imaging a grande campo, dalla necessità di aggiornarne la terminologia e fare maggiormente chiarezza sulle sue performance, anche di calcolo. Si passa rapidamente dal delineare le modalità di valutazione goniometriche a determinare, con semplici calcoli matematici, i valori geometrici di superficie che l’imaging a grande campo acquisisce, con un taglio tutoriale e divulgativo.

Introduzione

L’imaging della retina con una fundus camera tradizionale o dotata di SLO Scanning Laser Ophthalmoscope ha di solito un’apertura angolare di 30°/45° gradi.

Gli anni Ottanta hanno visto lo sviluppo e il plateau della fotografia retinica, con la commercializzazione di numerosi devices; con un solo scatto non si oltrepassava le arcate vascolari retiniche.

Tale imaging consentiva e consente un’ottimale visualizzazione del polo posteriore; la retina periferica tuttavia rimane esclusa, non catturata se non con montaggio di più fotogrammi.

Il montaggio non è facile da ottenere, poco corrispondente alle aspettative; la luminosità retinica dei riquadri assemblati si discosta dalla realtà oftalmoscopica, e la continuità dei vasi lungo le arcate vascolari spesso non viene rispettata.

I recenti progressi delle ottiche hanno notevolmente ampliato il campo retinico fotografabile. Per queste nuove performance d’imaging a campo allargato sono stati coniati nuovi termini: Widefield WF e Ultra-Widefield UWF.

Amedeo Lucente
Oculista Libero Professionista

Fonte: OftalmologiaDomani.it

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