Giornata del cane guida, un amico che rende autonomi i non vedenti

 

È il migliore amico dell’uomo, ma per un non vedente è molto di più: un punto di riferimento fondamentale per la propria libertà e autonomia, un essere vivente con cui stabilire una relazione emotiva che segna una vita, un sostegno in tutte le attività basilari della vita quotidiana, un compagno a cui affidarsi nel modo più totale.
Il cane guida per ciechi il più speciale degli amici a quattro zampe, è un vero e proprio perno attorno al quale ruota la qualità della vita di una persona priva della vista: il 20 ottobre l’Uici, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, gli dedica una giornata nazionale, un evento giunto ormai alla sedicesima edizione.

Uici rileva che pochi sanno che oggi in Italia “un cieco aspetta in media 2 anni prima di poter ricevere un cane opportunamente addestrato e pronto per svolgere le sue funzioni di accompagnamento e supporto, mentre non si contano gli episodi di discriminazione in cui al cane guida, e di conseguenza al suo conduttore non vedente, è impedito di salire su un autobus o su un taxi, di accedere a un luogo pubblico o di soggiornare in un albergo, malgrado questi diritti siano previsti dalla legge”.

L’obiettivo della giornata è sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza di questi preziosi accompagnatori e far conoscere i diritti che la legge garantisce a chi decide di muoversi in compagnia di un cane guida. Quest’anno, in particolare, si vuole mettere al centro le persone che, nel loro piccolo a cominciare dalle famiglie, possono fare molto per donare a un non vedente la possibilità di avere al proprio fianco un amico così meraviglioso e indispensabile.

La Giornata Nazionale pone infatti l’accento sul far conoscere il percorso di addestramento del Cane guida a partire dai “puppy walker” (famiglie affidatarie). Essere “famiglie affidatarie” sottolinea Uici “è una scelta straordinaria d’amore e di solidarietà: nove/dieci mesi di vita insieme al cucciolo, che si concludono con la riconsegna del cane alla scuola per completare il percorso di addestramento. Mesi in cui il cucciolo può apprendere le prime regole della socializzazione e di comportamento in ambienti privati e pubblici”.

Per queste ragioni, oltre a sottolineare la necessità di potenziare la capacità operativa delle scuole nazionali di addestramento attualmente esistenti e riconosciute, l’Uici invita cittadini e famiglie a donare un po’ del loro tempo e del loro amore per educare i cuccioli di Cani guida e contribuire a regalare a un non vedente la gioia di questo amico speciale. Al ruolo delle famiglie affidatarie è dedicato l’evento principale delle celebrazioni della giornata, che si svolge oggi a Messina alla Scuola di riferimento nazionale per l’addestramento, il Centro Cani Guida per Ciechi e Polo Nazionale per l’Autonomia “Helen Keller”, con il sostegno anche della Regione Sicilia.

Per Mario Barbuto, presidente Uici, occorre “potenziare le scuole di addestramento per ridurre le liste di attesa per cui un cieco aspetta anche 2 anni per avere un cane guida, sollecitare la cittadinanza e le istituzioni ancora troppo spesso disattente verso la funzione preziosa dei nostri amici a quattro zampe, perché sovente ignorano le normative, rifiutano la presenza del cane, magari con la superficialità di chi non si rende conto di ostacolare la libertà e la vita della persona che si trova dietro la maniglia di quel cane”.

Oltre ad essere un momento di celebrazione – aggiunge Linda Legname, Presidente del Centro H. Keller – la giornata è anche l’occasione per ribadire il ruolo fondamentale delle Scuole di addestramento che rappresentano per il Paese un importante patrimonio di competenze e valore sociale, ma che necessitano di essere potenziate in termini di capacità operativa per poter ridurre i tempi entro i quali sono in grado di consegnare al non vedente il suo prezioso compagno di vita, con liste di attesa che oggi toccano i 2 anni. Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni affinché si adoperino per sostenere queste strutture e siano a fianco di Uici anche nel promuovere una cultura del rispetto delle regole. Non si contano infatti gli episodi di discriminazione del cane guida e del suo conduttore a cui ancora oggi può venir negato l’accesso a mezzi o luoghi pubblici, mentre è indispensabile affermare una cultura di accoglienza in cui sia possibile per entrambi convivere e integrarsi nelle comunità e tra la popolazione”.

In Italia, dove si contano circa 360.000 ciechi assoluti e oltre 1.500.000 persone con deficit visivi gravissimi, l’accesso libero dei cani guida nelle nostre città è sancito dalla legge n.37 del 1974, integrata e modificata dalle leggi n. 376/1988 e n. 60 del 2006. Queste disposizioni consentono al non vedente di entrare in tutti i luoghi aperti al pubblico e di salire sui mezzi di trasporto, senza costi aggiuntivi o limitazioni, fatto salvo l’obbligo della museruola.

 

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