Maculopatia non è sinonimo di cecità, ma significa che il centro della retina è alterato e questo fa sì che il resto, il 90%, sia sano e possa garantire una visione sufficiente per una vita di relazione.
La chirurgia della macula è quindi una chirurgia che si potrebbe definire quasi ‘elegante’ ed elettiva; è essenziale che venga fatta bene e che i risultati siano sempre solidi e positivi per il paziente. Non vi è infatti alla base una problematica di acuità visiva tale da imporre per forza di intervenire, come al contrario si verifica nel caso di un distacco di retina. Per questo motivo, se si sceglie di intervenire sulla macula, è doveroso impegnarsi perché ciò avvenga al meglio.
Lo sottolinea il Professor Marco Coassin, Ordinario di Malattie dell’apparato visivo presso il Campus Bio-Medico di Roma.
Quasi una non-chirurgia, che non deve toccare il tessuto retinico – data l’importanza e il sottile spessore di quest’ultimo – ma soltanto quegli strati che impediscono alla retina di distendersi bene e garantire una buona visione.
È importante l’uso di coloranti che aiutino a vedere meglio ciò che si sta facendo, così come l’utilizzo di lenti speciali che permettano di ingrandire molto il tessuto