Il Prof. Luca Buzzonetti (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma): «Sono necessarie strutture che prevedano diverse figure professionali, dall’oculista, al tiflologo, fino allo psicologo»
Diversi gradi caratterizzano l’ipovisione nei bambini. Ci sono quelli che vedono poco, e sono dotati magari del 20-30% della capacità visiva normale, coloro che vedono solo ombre, e infine i bimbi che non vedono nulla, tutto buio. Oggi vi è la possibilità di supportare, sostenere e accompagnare bambini e ragazzi con ipovisione nel loro percorso di vita, e favorire le loro possibilità di relazioni sociali con degli ambulatori multidisciplinari.
L’Ospedale Bambino Gesù di Roma ne ha proprio uno dedicato all’ipovisione e alla riabilitazione visiva, a cui partecipano diversi specialisti: l’oculista ha sicuramente la parte minore, ma c’è lo psicologo, il tiflologo, che aiuta le persone con disabilità visive nel loro percorso di educazione e istruzione.
A descriverne il funzionamento è il Prof. Luca Buzzonetti, Primario di Oculistica dell’Ospedale Pediatrico IRCCS “Bambino Gesù” di Roma. “Si tratta di una struttura che insegna al bambino ad utilizzare al massimo le capacità che ha, e gli consente di avere una buona autonomia, che certo va sostenuta dal tessuto sociale di riferimento”.
Limiti di intervento e di trattamento esistono per l’esperto, ma in ogni caso il miglior intervento dal punto di vista clinico fallisce, di fatto, se il bimbo quando sta in famiglia e va a scuola, non ha gli strumenti per relazionarsi al meglio.