Intervista al Prof. Massimo Busin (Università di Ferrara)
“Negli ultimi 20 anni, per quanto riguarda il trapianto di cornea, si sono sviluppate tecniche di cheratoplastica selettiva, per cui della cornea si sostituisce solo la parte malata. I vantaggi di questo tipo di interventi rispetto ai precedenti sono notevoli: per quanto riguarda la cheratoplastica endoteliale si fa un’incisione paragonabile a quella della cataratta, con un recupero visivo altrettanto paragonabile”.
È quanto evidenzia Massimo Busin, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo e Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università di Ferrara.
“Per la cheratoplastica anteriore si usano ancora i punti e c’è una sostituzione intorno al 90% del cosiddetto stroma corneale, ma non si sostituisce l’endotelio e si elimina quindi il rischio del rigetto immunologico irreversibile”.
“Si è passati – prosegue il Prof. Busin – da una soluzione unica a una selettiva, con meno complicanze e risultati sempre migliori. Con l’avvento delle Banche degli Occhi, che forniscono al chirurgo le cornee per il trapianto, si è cominciato a valutare oltre che la sicurezza, importantissima, anche quali cornee fossero più idonee di altre e si è dato il via a una conservazione a medio e lungo termine, che consente di programmare la chirurgia”.