La retinopatia, dopo 30 anni di malattia una complicanza per quasi tutti i pazienti

Intervista al Prof. Daniele Tognetto (Presidente Gruppo Italiano di Chirurgia Vitreoretinica)

 

Il coinvolgimento degli occhi con lo sviluppo di retinopatia finisce per riguardare la quasi totalità dei diabetici, il 90%, dopo 30 anni di malattia.
Questo mette in luce l’importanza della prevenzione, che si basa sullo stretto controllo metabolico (glicemia, emoglobina, pressione).
La diagnosi della patologia avviene in modo semplice e si esegue effettuando un esame del fondo oculare, che è consigliabile con cadenza variabile in base allo stadio della malattia diabetica. Laser, iniezioni intravitreali di farmaci che contrastano le complicanze della retinopatia e in alcuni casi chirurgia sono le armi a disposizione.

Prof. Daniele Tognetto

La parola al Prof. Daniele Tognetto, Presidente Givre, Gruppo Italiano di Chirurgia Vitreoretinica e Direttore della Clinica Oculistica di Trieste.

La malattia diabetica è un grande nemico dell’occhio?
La retinopatia diabetica rappresenta la complicanza cronica più frequente: essa raramente si sviluppa prima dei 5 anni dalla diagnosi di diabete mellito. Tuttavia dopo 10 anni, un paziente diabetico su due sviluppa una qualche forma di retinopatia e dopo 30 anni di malattia il 90% dei diabetici ne è affetto. La retinopatia diabetica costituisce una tra le principali cause di cecità nel mondo. Essa rappresenta quindi un temibile nemico dell’occhio che va affrontato con determinazione.

La retinopatia è l’interessamento più comune e percentualmente più presente di manifestazione del diabete. Come diagnosticare, come trattare e come prevenire, se possibile
La diagnosi di retinopatia diabetica è semplice e si esegue effettuando un esame del fondo oculare, che è consigliabile eseguire con cadenza variabile in base allo stadio della malattia diabetica. La fluorangiografia e la tomografia a coerenza ottica (OCT) sono due indagini di approfondimento diagnostico fondamentali per decidere la necessità di un trattamento.
Le terapie disponibili sono rappresentate dalle iniezioni intravitreali di farmaci che contrastano le complicanze della retinopatia, dal trattamento laser e talora dalla chirurgia. Tuttavia, nella lotta contro questa grave complicanza del diabete, è fondamentale la prevenzione che si basa su uno stretto controllo della glicemia, dell’emoglobina glicata e della pressione arteriosa. È auspicabile, inoltre, uno stretto monitoraggio dell’assetto lipidico, che costituisce un fattore di rischio per una più rapida progressione della patologia.

Esiste una forma di glaucoma secondario da diabete?
Il glaucoma neovascolare rappresenta una delle possibili gravi complicanze della retinopatia diabetica. L’iperglicemia si associa ad alcune alterazioni delle pareti dei capillari retinici che possono occludersi. Il risultato è uno stato di ischemia e quindi di una mancanza di ossigeno nella retina. Essa provoca, attraverso il rilascio di fattori angiogenetici, la crescita di nuovi vasi capillari che possono localizzarsi, oltre che sulla retina, anche a livello dell’iride bloccando le vie di deflusso dell’umor acqueo e provocando un aumento della pressione oculare spesso intrattabile.

Retinopatia diabetica

Anche il nervo ottico può essere aggredito da questa importante e grave malattia dismetabolica?
Il nervo ottico può essere danneggiato con diverse modalità nel corso della malattia diabetica. Il glaucoma neovascolare può condurre ad un’atrofia completa del nervo ottico lasciando l’occhio cieco. Tuttavia, anche in assenza di questa grave complicanza, il nervo ottico può risentire negativamente della ridotta circolazione sanguigna, per una lesione diretta dei capillari lesi dal diabete, ed essere colpito da un processo neurodegenerativo. L’emergenza del nervo ottico può, inoltre, rappresentare uno dei siti di formazione di nuovi vasi capillari, tipici della malattia, che possono essere accompagnati da una fibrosi, una sorta di processo cicatriziale.

Esiste una chirurgia della retinopatia diabetica o delle sue complicanze? Che percentuale di successo ha questo tipo di chirurgia?
La microchirurgia oculare trova spazio solamente in alcune delle complicanze della retinopatia diabetica, quali l’emovitreo, cioè il sanguinamento intraoculare, la formazione di membrane sulla superficie retinica, il distacco di retina trazionale.
La tecnica utilizzata è nota come vitrectomia, con la quale si attua la rimozione del corpo vitreo. Possono così essere asportate le emorragie vitreali e rilasciate le trazioni causanti il distacco retinico trazionale e l’edema intraretinico. Si tratta di una chirurgia molto delicata che permette di ottenere buoni risultati, con un miglioramento dell’acuità visiva nel 70% dei pazienti affetti da distacco di retina e fino all’87% dei pazienti con diagnosi di emovitreo.

 

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