Vaccini anti covid e occhi, le manifestazioni cliniche più comuni

Intervista al Prof. Massimo Accorinti, del Centro Uveiti Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I di Roma

 

Si è parlato di effetti secondari dei vari vaccini COVID su diversi organi ed apparati: gli occhi fanno parte di questi?

Sono molte le segnalazioni in letteratura sulla probabile associazione fra differenti manifestazioni oculari e la vaccinazione anti-COVID. Tutte le tipologie di vaccino sono state interessate. È importante notare che fino ad oggi la pressochè totalità di queste segnalazioni per le manifestazioni infiammatorie hanno comunque evidenziato che i pazienti rispondono adeguatamente alla terapie somministrate: questo per non creare un allarmismo ingiustificato nei pazienti, che spesso chiedono anche a noi oftalmologi di esprimere un parere sull’opportunità di sottoporsi alla vaccinazione anti-COVID.

Che tipo di manifestazioni cliniche hanno dato?

Tutte le strutture oculari sono risultate interessate, anche se le riattivazioni, o le prime manifestazioni, di malattie infiammatorie oculari sono preponderanti. L’insorgenza di lesioni oculari può avvenire sia dopo la prima che dopo la seconda dose di vaccino. Generalmente è considerata plausibile l’associazione vaccinazione-manifestazione oculare se questa insorge in un lasso di tempo compreso fra 1 e 15 giorni, al massimo 30 dalla vaccinazione stessa. Altrimenti risulta difficile distinguere, in un paziente già affetto da determinate tipologie di manifestazioni oculari potenzialmente recidivanti, l’azione scatenante del vaccino sul tipo di lesione osservata. Se seguiamo un ordine topografico, sono stati segnalati casi di edema ed eritema palpebrale, anche con lesioni simil-porpora, che si sono risolti con terapia corticosteroidea ed antistaminica sistemica. La superficie oculare sembra essere meno interessata rispetto a quanto riportato nei pazienti affetti da SARS-CoV-2, ove circa il 15% presenta segni di congiuntivite ed il virus è stato isolato anche nelle secrezioni congiuntivali. Le vaccinazioni hanno provocato riattivazione di malattia erpetica a livello corneale ed uveale, anche a distanza di anni dall’ultimo episodio attivo. Diverse sono le segnalazioni di rigetto di trapianto di cornea, sia endoteliale che perforante, sia dopo la prima che la seconda di vaccino.

Ci sono state manifestazioni ex novo?

Sono poi stati descritti casi ex-novo di uveite anteriore acuta non granulomatosa, e casi di insorgenza di uveite anteriore in pazienti con artrite idiopatica giovanile. Ovviamente tali affezioni possono ripresentarsi dopo la vaccinazione in soggetti che ne erano già affetti precedentemente. Più rari sono i casi descritti di episclerite e sclerite. Riattivazioni o nuova insorgenza di malattia di Vogt-Koyanagi-Harada, primi episodi di coroidite multifocale, sindrome dei punti bianchi evanescenti, panuveiti, acute macular neuroretinopathy (AMN), acute zonal occult outer retinopathy (AZOOR), neuriti ottiche ischemiche arteritiche e non, neuromielite ottica, occlusioni della vena centrale e delle sue branche, riattivazione di uveite in corso di sclerosi multipla, paralisi di Bell, sono le più frequenti manifestazioni descritte in letteratura. L’esatta patogenesi di queste manifestazioni non è stata ancora chiarita: si suppone che esistano meccanismi di mimicria molecolare, ipersensibilità cellulare ed anticorpale contro antigeni specifici o una reazione infiammatoria indotta dagli adiuvanti del vaccino che stimolano l’immunità innata. Da non trascurare la possibilità che esista una predisposizione genetica nei soggetti che sviluppano una reazione al vaccino.

Quali terapie sono state attuate?

Come già detto precedentemente, la maggior parte delle manifestazioni elencate risponde in modo soddisfacente alle terapie convenzionalmente eseguite per le differenti entità cliniche. Ovviamente quando si osserva un importante interessamento del nervo ottico e/o della macula, la prognosi visiva rimane riservata, quantomeno nelle fasi inziali. La tendenza della maggior parte degli Autori è quella di somministrare terapie corticosteroidee, topiche, peribulbari, intravitreali o sistemiche a seconda del tipo di flogosi da trattare, oltre a terapia specifica antivirale, preferibilmente topica e sistemica, nei casi di comparsa/riattivazione di processi infettivi virali.

Spread the love